Mia moglie ha sostenuto le spese di ristrutturazione dell’immobile di mia proprietà in cui andremo a vivere al termine dei lavori. Tuttavia, lei risulta ancora nello stato di famiglia dei suoi genitori. Lei può portare detrarre le spese che sta sostenendo?
La detrazione (da suddividere in 10 rate annuali) è pari al 50% per le spese sostenute fino al 31/12/2016 (su un importo massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare da adibire a fini abitativi). La misura è elevata al 65% per le spese sostenute fino al 31/12/2016 (su un importo massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo) e per interventi antisismici su immobili che si trovano in zone sismiche ad alta pericolosità, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive.
Con risoluzione nr. 184/2002, l’Agenzia delle Entrate ricorda (rif. circolare nr. 121/1998) che la detrazione compete anche al familiare convivente del possessore o detentore dell’immobile sul quale vengono effettuati i lavori, purché ne sostenga le spese (i bonifici di pagamento devono quindi, essere da lui eseguiti e le fatture devono essere a lui intestate).
Ne consegue che la condizione a cui è subordinata la detrazione per i lavori di ristrutturazione da parte del coniuge è quello della convivenza che deve risultare soddisfatta già al momento dell’avvio dell’invio della dichiarazione di inizio lavori
In conclusione, la moglie che, al mento dell’inizio dei lavori, si trova nello stato di famiglia dei genitori non può essere ritenuto convivente con il marito residente nell’immobile oggetto di ristrutturazione. Pertanto, nulla può detrarsi in sede di dichiarazione dei redditi.
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